Incontriamoci all’incrocio delle correnti, dove il flusso diventa dialogo e lo sguardo diventa ponte. Offro una bussola personale per navigare gli oceani interni: attraverso sessioni che intrecciano mente, cuore e anima, esploreremo insieme mappe non ancora disegnate.
La mia natura eclettica ed esplorativa, le mie numerose esperienze di vita che ho definito “escursioni guidate” quando inerenti ambiti professionali apparentemente spesso più distanti da quello della psicologia in senso stretto, hanno via via rafforzato la mia convinzione che chi fornisce supporto psicologico, non sia i suoi libri, le sue dottrine o il suo orientamento, ma sia sintesi e summa anche e soprattutto di ciò che gli è capitato nella vita “vera” fuori dallo studio, quando lasciava la via “maestra” per qualche strada impervia o sterrata comparsa all’improvviso, ma non casualmente.
Le “deviazioni dal tema” che sono stata chiamata a compiere perché non c’è una ricetta di vita che vada bene per tutti, e non c’è un tempo uguale per tutti ma un tempo giusto per ognuno, mi hanno dotata di uno sguardo ancora più aperto, flessibile, curioso e soprattutto antitetico ad etichette per definizione rigide, condizionanti e depotenzianti, il quale, insieme ad una modalità di relazione orientata all’accoglienza, alla condivisione, alla reciprocità e al non giudizio, mi guidano anche nel rapporto con i miei “ospiti” in studio perché ogni incontro che si fa, in verità è sempre un incontro con noi stessi e pochi sembrano accorgersi che gli altri siamo noi.
Per parafrasare una celebre frase: “il professionista dell’aiuto è le cose che gli capitano mentre non è impegnato a fare il professionista dell’aiuto” e tutto questo bagaglio esperienziale lo offre all’altro, autenticamente.
Sono simpatizzante e sostenitrice delle imperfezioni, degli errori e delle cadute dell’individuo e perciò anche di quelli del professionista che, con le sue eccezioni oltre che regole, ombre insieme alle luci, abissi e profondità più che vette, insomma non con la cattedra, ma con tutta l’ Umanità di cui è capace, li restituisce al mondo che incontra in studio e li mette a disposizione di una relazione onesta e realistica, in modo nutriente e incoraggiante, consolatorio e quasi complice…Le persone non solo lo avvertono ma ne traggono giovamento e nutrimento.
Senza errore e fallimento non c’è né conoscenza, né crescita e, come afferma Jung, “nella caduta ci sono i germogli della risalita, fragili ma verdi e vanno coltivati con premura”, al contrario “chi evita l’errore, elude la vita”. Ognuno desidera che la vita sia semplice, sicura e senza ostacoli: ecco perché i problemi sono tabù. L’uomo vuole certezze non dubbi, risultati e non esperienze, senza accorgersi che le certezze non possono provenire che dai dubbi e i risultati dalle esperienze” (C.G.Jung) e perciò anche da prove ed errori.
“Nessun manuale può insegnare la psicologia: la si apprende tramite l’ effettiva esperienza. In psicologia si possiede solo ciò di cui si è fatto esperienza nella realtà. Quindi una semplice comprensione intellettuale non è sufficiente, perché si apprendono solo i termini e non la sostanza interiore dell’evento in questione”. (C.G. Jung)